Dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, alcuni pittori hanno interpretato sia il tema della veduta che il paesaggio dal vero a Venezia e in laguna, così come le scene di genere legate alla quotidianità popolare e al revival settecentesco con profonda sensibilità cromatica e luministica. Venezia in chiaro nasce dall’idea di offrire una visione prevalentemente diurna della città e della laguna per sottolineare il rapporto tra luce e colore, elementi questi, determinanti per la rappresentazione di un paesaggio suadente, avvolto in quell’atmosfera incantata che ricopre le pietre, i ponti, le colonne e i palazzi. Il risultato è una Venezia trasparente ed autentica. Tra invenzione e aderenza al vero naturale, gli artisti infondono uno “stato d’animo” nelle vedute e nelle scene di vita attraverso un linguaggio espressivo, affrancato dagli studi accademici per giungere a una vera e propria rigenerazione dell’arte. La sede della mostra, a Palazzo Querini, in Calle Lunga San Barnaba, suggerisce anche una ragione di appartenenza tra gli artisti e il luogo: proprio lì, nel sestiere di Dorsoduro, alcuni di essi abitavano, non lontano dall’Accademia di Belle Arti. Oltre settanta opere in mostra da importanti collezioni private, di autori fra i quali: Carlo Grubacs, Luigi Querena, Rubens Santoro, Giacomo Favretto, Alessandro Milesi, Luigi Nono, Ettore Tito, Guglielmo e i figli Beppe ed Emma Ciardi, Pietro Fragiacomo.
Venezia, pittori controcorrente nel solco della tradizione |